Cittadini

22/5/2023

L'impegno dell'Università di Padova sul fronte delle comunità energetiche

Articolo a cura di 
Valentina Ceriani

Il ricercatore e ingegnere Alessandro Bove, dell'Università di Padova, ha fatto il punto sull'impegno dell'ateneo nel campo della sostenibilità, e ha raccontato le considerazioni emerse dal convegno del 5 maggio dedicato allo strumento delle comunità energetiche.

Qual è la sua esperienza professionale nel campo della sostenibilità?

Sono un ricercatore dell'Università degli Studi di Padova. Come ingegnere mi occupo di pianificazione urbanistica e territoriale. Il tema della sostenibilità è un tema centrale in tutto quello che riguarda la pianificazione, perché è uno degli elementi fondamentali attorno al quale si muovono le scelte di questo momento e soprattutto rivolte al futuro, in particolar modo quelle che riguardano i cambiamenti climatici attualmente in essere.

Qual è stato il focus del convegno organizzato a Padova lo scorso 5 maggio?

Lo scorso 5 maggio l'Università degli Studi di Padova, assieme alla Fondazione Ingegneri Padova, all'Ordine degli Ingegneri di Padova e alla Fondazione Unismart, ha pensato di organizzare un tema sulle comunità energetiche. Comunità energetiche che sono state affrontate non tanto attraverso una lettura delle connessioni elettriche, vale a dire la funzionalità tecnica della comunità energetica, quanto come uno strumento di costruzione di una comunità sostenibile. Quindi, è stato posto un focus molto forte sulla dimensione sociale e sulle opportunità e rischi di queste comunità energetiche rinnovabili.

Quali sono state le considerazioni emerse su questo tema?

È un tema ampissimo, quello delle comunità energetiche, che spazia, come abbiamo già accennato, dalla dimensione tecnologica (pensiamo solo al discorso dell'uso della blockchain per la valutazione dei crediti energetici) alla dimensione sociale, di pianificazione e normativa. Il convegno è stato strutturato in tre momenti: un primo momento di confronto con le pubbliche amministrazioni, dal quale è emersa la necessità delle CER per rispondere a delle normative ma allo stesso tempo una necessità vista come opportunità. Crediamo molto al tema della sostenibilità trasversale, che viene pianificata dalla scala generale fino al dettaglio. Nella seconda tavola rotonda, più tecnica, ci si è confrontati con diversi docenti dell'Università di Padova, i quali hanno focalizzato gli aspetti in termini evolutivi dal punto di vista della della normativa legata alla comunità energetica, sia a livello locale che soprattutto a livello internazionale. Un altro aspetto che è stato affrontato è quello della valutazione economica di queste comunità energetiche, dei ritorni che possono avere non tanto le singole persone quanto a livello di di governance di territorio. Dopodiché si è entrati in alcuni aspetti più tecnici, di come la rete sia pronta o meno a rispondere al tema della comunità energetica. Quali sono gli accorgimenti per ottimizzare questo tipo di servizio e in particolare il tema del fine vita, perché siamo consapevoli che per raggiungere la sostenibilità non possiamo fermarci ai soli elementi di vantaggio che abbiamo in questo momento, ma dobbiamo cominciare a porci la lettura della sostenibilità anche per quello che sarà la fine vita dei nostri impianti. Infine c'è stata un'ultima tavola rotonda molto più pratica e rivolta in particolar modo alla popolazione, dove sono stati mostrati degli esempi di comunità energetiche già esistenti. Non le potremmo chiamare comunità energetiche, in realtà, ma piuttosto gruppi di autoproduzione o autoconsumo perché la comunità energetica, secondo la definizione prevista dalla Comunità europea, ancora in Italia non è attiva. Ma sicuramente c'è fermento, che parte dal basso, legato alle necessità di contenere i costi di dell'energia, che sta diventando un elemento chiave all'interno della nostra società.

Qual è l'impegno dell'Università di Padova sul fronte della sostenibilità?

Qui apriamo un mare magnum. Io posso raccontare il mio piccolo pezzettino, che è quello della pianificazione, dove la ricerca spazia dal dall'edificio al territorio. Ci sono colleghi che si occupano degli aspetti economici della sostenibilità, altri che invece si focalizzano sugli aspetti sociali per comprendere come le azioni all'interno di un territorio possano portare a un parametro specifico della sostenibilità. Siamo una comunità immensa, all'Università di Padova, e pertanto spaziamo veramente a 360 gradi. La ricerca in termini della sostenibilità spazia all'interno di tutti i settori, da quello medico a quello delle scienze sociali fino ad arrivare al settore dell'ingegneria e della cultura.

State lavorando a nuovi progetti legati all'argomento?

Assolutamente sì.  I temi sono legati alla ricerca in senso stretto, ma anche alla comunicazione della ricerca. Importantissimo per l'Università di Padova, infatti, portare al di fuori quelle che sono le proprie esperienze. Uscire dalle mura accademiche per confrontarsi con quelle che sono le dinamiche del reale è diventata una sorta di must. Il 25 di maggio, ad esempio, l'Università, assieme al sempre all'Ordine delle Fondazioni di Padova, presenterà alcuni elementi di ricerca legati all'energia. Nel mese di settembre ci focalizzeremo sempre nel legame tra Università e Ordine degli ingegneri sul tema dell'acqua e dei problemi legati alla gestione idrica del territorio. Inoltre, andando più avanti, il tema della sostenibilità verrà trattato attraverso le nuove tecnologie nel mese di ottobre e infine a novembre ci sarà un focus sempre congiunto tra l'Università e l'Ordine degli Ingegneri sulla sostenibilità sociale e sul ruolo delle donne all'interno del tema della sostenibilità.

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