Cittadini

18/11/2022

La risposta di Giorgia Meloni al caro bollette

Articolo a cura di 
Redazione

Il governo Meloni ha presentato nei giorni scorsi il DL Aiuti quater con 9,1 miliardi di euro a sostegno di imprese e famiglie contro il caro energia ma a tenere banco è soprattutto la norma contenuta nel testo che modifica il superbonus edilizio 110% portandolo al 90%, come riporta l’AGI.

L’agevolazione fiscale, introdotta a luglio 2020 dal governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte come misura di rilancio economico dopo la prima ondata di Covid ed il lockdown, consente una detrazione delle spese per interventi edilizi di efficientamento energetico, consolidamento statico e riduzione del rischio sismico.

Ora la norma cambia, il DL prevede la rimodulazione al 90% per le spese sostenute nel 2023 per i condomini e l’introduzione della possibilità, anche per il prossimo anno, di accedere al beneficio per i proprietari di singole abitazioni a condizione che si tratti di prima casa e si trovino sotto una determinata soglia di reddito (15mila euro l’anno innalzandole  in base al quoziente familiare).

Il superbonus rimarrà invece al 110%, ma solo fino al 31 marzo 2023, per le villette unifamiliari che abbiano completato il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022.

L’esecutivo rivendica un approccio differente rispetto al passato sostenendo, numeri alla mano, che finora la misura abbia premiato soprattutto i redditi medio-alti, e di volerla invece riservare ai più bisognosi.

«Abbiamo sempre condiviso le finalità del superbonus ma il modo in cui è stato realizzato ha segnato molti problemi», spiega la premier Giorgia Meloni. Che poi parla di concetto “bizzarro” di gratuità del provvedimento visto che «pesa circa 60 miliardi» sulle casse dello Stato «con un buco di circa 38 miliardi», rispetto alle stime iniziali.

Meloni sottolinea: «La copertura al 110% ha determinato una deresponsabilizzazione e una distorsione sul mercato dei costi sul mercato e il beneficio è andato prevalentemente a favore dei redditi medio-alti. Per questo abbiamo deciso di intervenire per correggere alcune distorsioni, concentriamo questa misura verso chi ha maggiori necessità».

L’aumento del tetto al contante

Nel provvedimento c’è il già annunciato aumento del tetto al contante, che dal 2023 passa dall’attuale soglia di duemila euro a cinquemila (da gennaio sarebbe stato ridotto a mille euro). «Tra le misure che abbiamo scelto di anticipare rispetto alla legge di bilancio – ha osservato la premier -. Lo avevamo nel programma e più volte avevamo dichiarato che saremmo intervenuti». La “scelta” del governo è di aver «alzato il tetto alla media europea». C’è un «dibattito su questo tema e la grande discussione è che nelle diverse nazioni europee ci sono misure molto diverse tra loro e questo crea una disparità. L’Europa si pone questo problema. La commissione è sui diecimila euro e il Parlamento Ue a 5mila. Noi abbiamo scelto 5mila euro perché quella è anche la media del tetto nelle nazioni europee», ha chiarito.

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