L’assessore all’Ambiente del Comune di Padova, Andrea Ragona, ha illustrato ai nostri microfoni le azioni messe in campo dal Comune contro il caro energia, e l’importante strumento delle comunità energetiche per l’attività di riqualificazione della zona industriale.

Quali azioni sta mettendo in campo l’amministrazione contro il caro energia?

In primis abbiamo posticipato l’approvazione del bilancio, solitamente prevista per dicembre, sperando che arrivasse qualche incentivo dal Governo. Non è arrivato molto, però, e quindi siamo stati costretti a tagliare in altri settori. Certamente le previsioni di bilancio sono migliori rispetto a qualche mese fa, ma siamo ancora in una situazione di caro energia. Stiamo dunque ragionando sul lungo periodo e attualmente stiamo mappando tutti i luoghi del Comune su cui potrà essere installato il fotovoltaico.

Vi state dunque muovendo verso il fotovoltaico?

Sì, la nostra idea di coprire più spazio possibile con il fotovoltaico. Ciò significa che questo investimento non avrà di certo un impatto sul bilancio nel 2023, ma è uno sguardo ai prossimi anni, per una questione di caro energia ma soprattutto per una maggiore attenzione alla sostenibilità.

Passerei adesso al progetto di riqualificazione energetica della zona industriale di Padova. Di cosa si tratta?

Noi stiamo valutando anche la questione delle comunità energetiche, che però per ora è bloccata dall’assenza di decreti attuativi. Abbiamo quindi intavolato una discussione, aperta a tutti, con diverse realtà della città, da cui è emerso che una delle aree più interessanti da questo punto di vista è proprio la zona industriale. C’è infatti moltissimo spazio sui capannoni che ci farebbe comodo per il fotovoltaico. Ne abbiamo parlato con Confindustria e Confapi. Siamo però in attesa che si sblocchi qualcosa relativo a questo strumento.

Le comunità energetiche, quindi, possono costituire uno strumento di ripresa dalla crisi energetica e soprattutto ambientale, a suo avviso?

Sono una parte della soluzione. Non salveranno tutto da sole, certo, e saranno utili alle aziende, alle società e alle famiglie, mentre un ente pubblico probabilmente dovrà concentrarsi su altri strumenti. Ma sono sicuramente da tenere d’occhio e monitorare.