Imprese

16/12/2022

L’esperienza di Green Wolf nella costituzione delle CER

Articolo a cura di 
Valentina Ceriani

Il presidente di Green Wolf Srl, Stefano Bonino, è intervenuto ai nostri microfoni per presentare la propria realtà illustrando il caso studio del comune di Montevarchi.

Cos’è Green Wolf e di cosa si occupa?

Green Wolf è una società che si occupa di partenariato pubblico-privato. È una holding company operativa definita in questo modo proprio per sfruttare a pieno le opportunità riservate dal Codice degli appalti, in particolare il comma 15 dell’articolo 183 che consente un’azione proattiva da parte dei soggetti privati nei confronti delle pubbliche amministrazioni attraverso la presentazione di proposte, molto spesso innovative, costituendo una volta completato l’iter burocratico e amministrativo le cosiddette società di progetto. Green Wolf nasce con lo specifico obiettivo di erogare servizi alle amministrazioni pubbliche attraverso questo specifico modello contrattuale. Abbiamo applicato lo stesso approccio anche alle comunità energetiche ma siamo operativi anche in altri settori, principalmente quelli dell’energia e della sicurezza stradale, che portiamo avanti con soddisfazione attraverso il medesimo meccanismo.

Andando più nello specifico, e concentrandoci proprio sulle comunità energetiche, quanto è importante parlare di questo strumento oggi, alla luce anche della crisi energetica e dell’emergenza ambientale?

Riteniamo che sia una vera e propria rivoluzione. È uno strumento in grado di dare risposte concrete, in tempi brevi, il che risponde esattamente alle esigenze che richiede il momento. Le tempistiche per costituire una comunità energetica e rendere disponibili gli effetti e i benefici di questo strumento sono veloci. LE CER sono in grado di fornire un elevato aiuto rispetto al conseguimento degli obiettivi di autosufficienza energetica, di riduzione della dipendenza dalle fonti fossili, proprio perché sfruttano in maniera intelligente la capacità di coesione e la possibilità di mettere a frutto e reddito aree già antropizzate che possono essere destinate all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile. Oggi, il 95% delle comunità energetiche è fotovoltaico, ma non solo. Con uno studio più attento le CER potranno incentivare la produzione di altre fonti e creare un nuovo indotto all’economia locale e parallelamente fornire delle risposte concrete agli utenti.

Prendiamo il caso studio del comune di Montevarchi, che voi avete seguito personalmente. Qual è stato l’iter?

Abbiamo proposto al comune di Montevarchi una proposta di partenariato pubblico-privato. La comunità di Montevarchi è la prima realizzata con questo modello, quindi questo ci ha consentito di creare un precedente e di fornire alle pubbliche amministrazioni un caso studio da replicare. Il comune di Montevarchi ha pubblicato tutti gli atti che sono stati utilizzati per l’approvazione della proposta, e quindi è un vero e proprio manuale su come realizzare le CER. I tempi sono stati molto veloci, anche grazie all’amministrazione comunale che ha saputo vedere nella comunità energetica un’opportunità di sviluppo per il territorio, e quindi è stata molto collaborativa. Siamo stati allineati rispetto alle tempistiche di adozione degli ultimi decreti attuativi. Già nel mese di gennaio potremo avere una CER operativa che può erogare e garantire servizi e benefici agli utenti.

Quali consigli si sente di dare ai Comuni che stanno valutando lo strumento delle CER? Essendo un tema ora molto in voga, infatti, il rischio di perdersi è alto…

Innanzitutto mi sento di dire che i comuni e gli enti locali in generale hanno una responsabilità fondamentale. La CER è una comunità di persone, soggetti e individui e ha necessità di essere supportata e accompagnata, ma è altrettanto vero che il Comune deve svolgere un ruolo attivo e di coordinamento e promozione. La norma è complessa: è una vera e propria rivoluzione. Giornalmente ci troviamo ad andare a fare modifiche, affinamenti e aggiornamenti. Un’amministrazione da sola difficilmente ce la può fare: la soluzione del partenariato pubblico-privato è ottima in quanto consente all’ente di avere al proprio fianco un partner, ma non è l’unica. Il mio consiglio è quindi di informarsi e di valutare autonomamente la soluzione migliore, ma soprattutto di muoversi velocemente.

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