Imprese

9/12/2022

CER: gli errori da non commettere secondo Albatros Srls

Articolo a cura di 
Matteo Scolari

Andrea Prato, direttore generale di Albatros Srls, ha riportato un decalogo di errori da non commettere quando ci si approccia al mondo delle Comunità Energetiche.

L’importanza dell’emergenza ambientale

«Non va sottovalutato l’ambiente. Questa crisi energetica non è niente rispetto alla crisi ambientale attualmente in corso. Il motivo per cui ieri e oggi l’Unione Europea e il Consiglio Europeo hanno dato un colpo in testa alle case automobilistiche decretando la fine dell’endotermico nel 2035, è perché il sistema economico non se lo può permettere e il problema ambientale schiaccia la crisi energetica. A rendere la vita dell’essere umano insostenibile, prima ancora che la crisi energetica, sarà dunque l’emergenza ambientale».

Il problema del sostegno ai Comuni

«Non va sottovalutato nemmeno il problema degli uffici comunali che non sono in grado di agire e fare una determina. Riusciamo a lavorare con i Comuni perché siamo noi in prima persona a rapportarci con la burocrazia a cui loro non riescono a far fronte. I presidenti della Provincia stanno vivendo una situazione drammatica e hanno una responsabilità sociale enorme sulle scuole, sul gasolio e via dicendo. I sindaci hanno bisogno di aiuto. O troviamo dei sostegni vero, oppure sarsà l’ennesima bolla che non riusciremo a rispettare. Servono soldi, non tanto per le comunità energetiche ma per un’assistenza professionale».

Il suggerimento alle Regioni

«L’ultima cosa che mi sento di sconsigliare alle Regioni è fare le operazioni con i grandi investitori, ma scegliere realtà più piccole. Le CER lasciano tanto al territorio: la ricaduta che possono rilasciare sul territorio è molto più grande rispetto al lavoro dei grandi investitori».

Il consiglio ai Comuni

«Infine rivolgo un piccolo vademecum di consigli per i Comuni. Non fate comunità “di fumo”: non fate CER da 20 o da 100 kW, perché non servono a nulla. Bisogna fare almeno 2.3 mW per vedere dei risultati. Non scegliere partner ingordi, poi. Il modello che stiamo portando noi in tutta Italia, prevede un 40% dell’utile sui terreni direttamente al Comune. Poi, non fate comunità intercomunali: mentre le entrate della vendita dell’energia e dell’immissione in rete vanno sul conto dell’investitore, i soldi dell’incentivo vanno alla comunità. Come si può ripartire questo incentivo tra tre o più sindaci? Sconsiglio poi le associazioni, lo strumento giuridico più barbaro che esista in Italia. Infine vi dico: non aspettate. Il Sindaco deve avere il coraggio e la prontezza di fare questo passo, e deve essere incisivo».

File allegati:

Sfoglia la foto gallery

No items found.
No items found.

Ricevi

Il Magazine gratuito dedicato alle Comunità energetiche
Iscriviti ora