Imprese

9/1/2023

Caro bollette, a febbraio e marzo nuova impennata dei prezzi

Articolo a cura di 
Redazione

L’anno non è iniziato benissimo per le tasche degli italiani. Venuto meno il taglio delle accise che era in vigore da marzo, il pieno di benzina e diesel è aumentato mediamente di oltre nove euro. E in alcuni distributori si è tornati a superare i due euro al litro. Per le bollette del gas è invece appena scattato un aumento del 23,3%, nonostante un recentissimo calo continuo del Ttf. Fortunatamente è arrivato anche un calo del 19,5% delle tariffe dell’elettricità, ma all’orizzonte appaiono già altre nubi.

Michele Marsiglia, presidente Federpetroli Italia

Come spiega Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli Italia, infatti, «negli ultimi mesi il costo industriale dei carburanti si è ridotto per via di una diminuzione delle quotazioni del greggio, ma ci sono elementi che fanno pensare che ci sarà un’inversione di tendenza».

Marsiglia infatti aggiunge: «Se il prezzo del gas non tornerà ai livelli dei mesi scorsi, è facile prevedere che i Paesi produttori vorranno rifarsi facendo aumentare quello del petrolio. Quindi, è verosimile che l’Opec possa rivedere le quote di produzione. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la Russia ha fatto sapere che da febbraio non venderà petrolio e derivati ai Paesi che applicano il price cap entrato in vigore a dicembre. Ci sarà, pertanto, meno materia prima a disposizione per i Paesi che lo applicano, senza dimenticare che nell’Ue vige già l’embargo per il greggio russo che arriva via nave. Credo che solamente tra febbraio e marzo si potrà avere un’idea più precisa di come andranno le cose».

L’emergenza gas

Marsiglia non si ritiene però positivo in merito alla conclusione della cosiddetta “emergenza gas”: «Per parlare di emergenza finita bisognerebbe avere una stabilità del prezzo, con oscillazioni contenute in un range di 5-10 punti percentuali, per un periodo di almeno tre mesi. I livelli attuali del Ttf sono il riflesso di una situazione climatica favorevole, di un alto livello di stoccaggi e di consumi industriali in riduzione. Quest’ultimo non è certo un fattore positivo, perché in parte è conseguenza della chiusura definitiva di alcune imprese. E nei prossimi mesi l’Italia potrebbe essere penalizzata dalla situazione delle infrastrutture energetiche».

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