Lucense, quell’insegnamento rivoluzionario che ci arriva dal passato

Articolo a cura di 
Matteo Scolari

Oggi lo ha capito anche lo Stato: mettersi assieme per sviluppare un progetto che crei valore aggiunto per il territorio è un’azione che va premiata. La recente legge sulle comunità energetiche - lo abbiamo ripetuto spesso - per la prima volta concede degli incentivi sulla base di un’idea imprenditoriale condivisa. Solo se le persone si riuniscono per produrre e consumare energia da fonte rinnovabile, attuando modelli virtuosi dal punto di vista ambientale, economico e sociale, ovvero sostenibili, si potrà ottenere un beneficio premiante anche in termini monetari.

Un secolo fa non esistevano i contributi statali per produrre energia, anzi, lo Stato nel 1963 diede il colpo di grazia a molte realtà del settore energetico che proprio su uno spirito di collaborazione diedero vita a degli esempi di impresa cooperativa che riecheggiano con orgoglio ed estrema attualità fino ad oggi.

È il caso della società idroelettrica La Lucense, nata proprio nel 1923 a Lugo di Valpantena, siamo nel Comune di Grezzana, in provincia di Verona. In questo paese rurale ai piedi dei Monti Lessini, il 30 giugno di quell’anno 26 persone, rappresentanti di altrettante famiglie, si ritrovarono da un notaio, sulla spinta e sull’idea del sacerdote del paese, don Giuseppe Fontana, per certificare la costituzione di una nuova realtà imprenditoriale, pionieristica: sfruttando un salto d’acqua di circa 200 metri si poteva attivare una produzione di energia elettrica.

Quelle stesse persone credettero al parroco, si fidarono e lo ascoltarono. In epoca storica in cui esistevano, soprattutto in questi territori periferici, povertà, fame e tanta fatica, con quella prima esperienza si diede vita a un’attività che permise di elettrificare le prime case, portando la luce correte, e poi anche le imprese artigianali, in particolare quelle legate alla lavorazione del marmo.

Atto costitutivo della Lucense

Un’intuizione, da parte di quei 26 protagonisti del futuro (l’ultimo presidente della società fu Apollinare Veronesi, fondatore del Gruppo agroalimentare omonimo) e di don Fontana, che risuona forte ancora oggi, a distanza di 100 anni. Il prossimo 30 giugno, appunto, sarà un secolo esatto da quella firma che fu un esempio di come le persone, unite per il bene comune, possano fare la differenza, creare sviluppo, opportunità, quindi valore aggiunto per i territori come dicevamo all’inizio.

Casi come quello de La Lucense ci lasciano un messaggio quando mai attuale, un insegnamento declinabile su più fronti, nel caso specifico – visto che siamo su Italia Sostenibile – sul tema delle comunità energetiche.

Cerchiamo di essere coraggiosi, uniti e visionari come lo furono i nostri antenati, riusciremo a cambiare la storia a nostro favore, anche sul piano energetico, solo se saremmo in grado di osare e, oggi giorno, a differenza del passato, gli strumenti per farlo ci sono tutti.

IN COPERTINA: L'edificio, a sinistra, che ospitava la centrale (foto Carlo Tacchella)

L’edificio oggi
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