Comunità Energetiche, la storia del Comune di Magliano Alpi

Articolo a cura di 
Valentina Ceriani

Il sindaco del Comune di Magliano Alpi (Cuneo), Marco Bailo, è intervenuto ai nostri microfoni per riportare la sua esperienza nella costituzione di una comunità energetica, dando anche qualche consiglio a tutti quei Comuni che stanno valutando l’ipotesi di abbracciare questo modello.

Partirei con la presentazione del Comune di Magliano Alpi. Com’è il territorio, quanti sono gli abitanti e via dicendo…

Magliano Alpi è un piccolo comune in provincia di Cuneo, con 2.127 abitanti. È un comune di origini rurali, dove l’attività principale è l’agricoltura e anche l’artigianato, con la piccola e media impresa. Abbiamo anche una discreta zona industriale dove le lavorazioni principali sono soprattutto legate al legno. Siamo all’uscita del casello autostradale di Carrù, sull’asse della Torino-Savona.

Quando avete iniziato a pensare alla soluzione delle comunità energetiche?

Siamo partiti con il progetto della comunità energetica nel lontano 2020. Diciamo che in quel periodo, dal momento che i ritmi erano rallentati anche lavorativamente parlando, visto che la maggior parte delle attività era ferma, abbiamo avuto modo e tempo di pensare. Quindi, grazie a un contatto con l’ingegner Sergio Olivero del Politecnico di Torino che si era fatto promotore del progetto delle comunità energetiche, abbiamo pensato di divulgarlo anche noi aderendo al “Manifesto delle Comunità Energetiche per una centralità attiva del Cittadino nel nuovo mercato dell’energia” promosso dall’Energy Center. Abbiamo cominciato a divulgare questo manifesto sul nostro sito e sui giornali locali per cercare di spiegare ai cittadini che cosa voleva dire fare una comunità energetica. E così alla fine del 2020 siamo riusciti a costituire la prima comunità energetica in Italia.

Qual è stata la vostra esperienza e nel dettaglio qual è stato l’iter che avete seguito?

La nostra è stata un’esperienza che è partita completamente da zero. Non c’erano altre testimonianze di altri comuni da cui poter attingere, quindi abbiamo studiato un progetto ex novo, anche grazie all’aiuto del segretario comunale abbiamo elaborato un atto costitutivo, abbiamo creato un’associazione non riconosciuta e abbiamo creato questa piccola CER. A oggi, la nostra comunità energetica vede due impianti produttivi da 20 kW sul tetto del Comune e della palestra scolastica. Da lì siamo partiti a cercare un po' di soci da fare entrare all’interno di questa CER che è ancora collegata a una cabina di trasformazione da media a bassa tensione, quindi anche lì il raggio di azione è decisamente limitato.

Con la normativa attuale purtroppo le CER sono costrette a essere molto piccole, quindi anche il numero di soci ovviamente è molto ristretto, circa una quindicina. Siamo sempre stati seguiti e supportati dall’esperienza dell’ingegnere Olivero, che menzionavo prima, e da Luca Barbero, del Gruppo GOCER. Abbiamo poi preso un insieme di progettisti e installatori locali proprio per far partire concretamente la realizzazione di questa comunità energetica, che non è una semplice installazione di pannelli fotovoltaici ma è proprio la creazione di un gruppo che condivide l’energia in rete.

Quindi, facendo un esempio pratico: se io come Comune sono produttore e in una giornata come oggi di sole produco 100 kW, e ne consumo magari 40 per il mio uso personale, per esempio il funzionamento degli uffici, gli altri 60 kW rimanenti li andrò a condividere con i soci che hanno aderito alla comunità energetica. In questo modo, ricevuta GSE un benefit che è pari a 110 euro a megaWatt/ora, oltre alla vendita dell’energia.

Quali sono i vantaggi che finora avete riscontrato?

Innanzitutto abbiamo abbattuto decisamente la bolletta elettrica. Contestualmente avevamo fatto anche un progetto di elettrificazione dei carichi, quindi nel palazzo comunale, per esempio, abbiamo eliminato la caldaia a gas e installato una pompa di calore totalmente elettrica. Poi sicuramente, come dicevo prima, c’è questo beneficio economico dato dai 110 euro a megaWatt/ora. Poi c’è anche un beneficio diciamo così sociale: soprattutto dopo il lockdown del 2020, il fatto di creare una comunità energetica ha voluto anche dire creare di nuovo quel senso di appartenenza a una comunità che durante il Covid era stato azzerato.

Quindi ha di nuovo messo in gioco questa volontà di far parte di qualcosa. Per esempio, è vero che a questa piccola comunità energetica aderiscono solo pochi soci, perché legata a una cabina secondaria, però abbiamo fatto in modo che tutti i cittadini godessero di questi benefici, per esempio rendendo l’utilizzo della palestra scolastica gratuito a tutte le associazioni sportive.

Che consiglio darebbe ai sindaci che stanno valutando questo strumento?

Io credo che questo sarà l’anno delle comunità energetiche: sono tante le regioni che si stanno muovendo in questa direzione, senza contare poi tutte le risorse che arriveranno dal PNRR. In particolare, c’è una misura per i comuni con meno di 5.000 abitanti che prevede 2,2 miliardi per tutti coloro che costituiranno una CER. Quindi sicuramente l’invito che faccio i miei colleghi sindaci è quello di studiare questa normativa, essere pronti, avere dei progetti nel cassetto da tirare fuori nel momento in cui verranno pubblicati questi bandi.

La normativa è in continua evoluzione, quest’anno dovrebbero uscire i decreti attuativi alle comunità energetiche di cabina primaria. Questo significa che si potranno creare delle comunità energetiche sovracomunali, che abbracceranno un territorio molto più vasto. Quello che suggerisco io è iniziare già a programmare per essere pronti. Oltretutto ho letto una recente dichiarazione del ministro Pichetto, il quale afferma che «i soldi del PNRR per l’efficientamento energetico non saranno più soldi a prestito ma saranno soldi a fondo perduto». Bisogna metterci la faccia, prendere per mano i cittadini e guidarli verso questa nuova frontiera. Se vogliamo arrivare all’autonomia energetica, come già fanno alcuni paesi nord Europa, credo che questa sia l’unica strada percorribile e deve essere percorsa il più presto possibile.

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