Val di Fiemme: una terra di comunità

Articolo a cura di 
Valentina Ceriani

La presidente della comunità energetica della Val di Fiemme, Valentina Vanzo, ha raccontato ai nostri microfoni l'iter burocratico per la costituzione della CER, la sua storia e lo sguardo al futuro.

Com'è nata l'idea della comunità energetica?

Durante i mesi invernali, i soci fondatori, che fanno parte anche dell'associazione Fiemme Per, hanno messo in campo quest'idea già nei mesi di dicembre. L'interesse c'era, il tema era sempre più sentito e quindi ci siamo mossi in fretta. Come prima cosa abbiamo pensato al progetto in termini generici, pensando al "contenitore": ho visto che invece altre realtà scelgono di partire dai cittadini. Ognuno segue un percorso diverso, insomma. Noi abbiamo deciso di partire con la creazione di una società cooperativa e siamo in attesa dei decreti attuativi per poter poi snocciolare anche qualche numero e dato in più.

Perché avete scelto proprio il modello della società cooperativa?

Le alternative erano due: o la forma associativa o quella di società cooperativa. Nella ricerca dell'ente attraverso il quale far funzionare la comunità energetica è necessario che vengano anche tutelati anche i soci partecipanti, e quei due modelli erano entrambe proposte molto valide. La forma della società cooperativa è stata quella più adatta per noi, però: nella nostra valle la cooperazione è infatti radicata. L'idea era creare un nuovo tipo di comunità nel nostro territorio, dopo quella del credito e del consumo. Le prime due hanno un certo numero di soci, ambizione a cui aspiriamo anche noi.

Avete riscontrato qualche difficoltà durante la fase burocratica?

La stesura dello statuto non è stata un percorso semplice. Direi proprio che questa è stata la parte più difficile, perché era tutto nuovo e andava tutto tarato su misura del territorio e delle varie esigenze.

Quasi in contemporanea è nata anche la comunità energetica di Lavarone: un segnale che il Trentino sta guardando con molto interesse a questo strumento...

Sicuramente sì. Il tema è sempre più attuale e si sta facendo sempre più informazione a riguardo, questo è sicuramente un segnale positivo.

Che consiglio darebbe a chi sta valutando di intraprendere questo percorso?

È un percorso in salita, ma bisogna partire da qualche parte. Bisogna essere protagonisti attivi in questa fase di transizione ecologica: consiglio quindi di non farsi spaventare e cogliere quest'opportunità.

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